Avere i big data e non usarli, il caso di Immobiliare.it

Avere i big data e non usarli, il caso di Immobiliare.it

ALla fine dell'anno è anche divertente leggersi le previsioni sullo sviluppo prossimo venturo dei vari mercati, tali studi sono di solito redatti dalle maggiori investment bank internazionali così come dai grandi asset manager che devono fornire ricerca ai propri sales che si interfacciano poi a livello quotidiano con decision maker siano essi piccoli privati per il private banking che investitori istituzionali.

Il mercato immobiliare non fa differenza, alla fine dell'anno si coglie l'opportunità per dare un proprio giudizio da operatori su quello che è avvenuto nei 12 mesi precedenti cercando di condividere la propria idea su cosa succederà nei prossimi 12. Parlare di prezzi è poi il tema che interessa tutti, sia che si parli di obbligazioni, azioni o immobili.

Immobiliare.it è in una posizione unica in fatto di dati inerenti il mercato immobiliare

Immobiliare.it è da ormai un decennio la società principe nel settore dei portali immobiliari, possiamo dire che Immobiliare.it sia di fatto il vero "mercato immobiliare italiano", se uno vuole vendere seriamente la propria casa, sopratutto nelle grandi città, essere presenti su questo portale con un proprio annuncio di vendita è fatto quasi imprescindibile.

Immaginate quindi la disposnibilità di dati che questa società ha in pancia in termini di comportamenti dei milioni di consumatori ed operatori che ogni giorno si interfacciano con essa. Annunci pubblicati, prezzi variati, numero di clic su un dato annuncio, tempo spese ad aosservare un dato annuncio e tempo complessivo passato a vedere il sito ... quando si parla di big data, se escludiamo quelli del transato in mano all'AGenzia delle Entrate ma sempre più diffusi e consultabili da tutti noi, Immobiliare.it è la prima cosa che viene  in mente.

Quando abbiamo letto di una suo impegno a voler "Prevedere" il prossimo andamento dei prezzi di mercato, davamo per scontato che questo fosse basato su reti neurali o modelli comunque di intelligenza predttiva che facessero uso di queste enormi masse di dati che solo loro hanno a disposizione, invece cosa leggiamo? Che il modello con cui hanno previsto, parlando della città di Milano per fare un esempio, una crescita del 5% dei prezzi degli immobili si basa su un modellino ARIMA, un modellino econometrico autoregressivo da primo anno di università che tutti potrebbero implementare.

Qualcuno mi obietterà che il business di Immobiliare.it non è quello di fare previsioni, vero, ma quello che fa riflettere è che anche le organizzazioni che hanno a disposizione i famosi "big data" non li sfruttano a dovere, c'è ancora molto molto da fare in tal senso.

info@immobiliedinvestimenti.com

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