Le cose principali a cui guardare prima di fare un investimento, secondo Bogle

Le cose principali a cui guardare prima di fare un investimento, secondo Bogle

John Bogle è passato alla storia come una delle persone che più ha democratizzato il mondo della finanza, creando degli strumenti finanziaria per le "masse"  che consentono una esposizione diversificata ad interi mercati e sopratutto a bassissimo costo. Quella che alla sua fondazione sembrava una filosofia di investimento difficilmente digeribile, oggi è considerata una delle building block fondamentali in qualsiasi portafoglio in cui una parte sia dedicata ad un dato "rischio mercato".

In un libro scritto da Bogle però il finanziere ci stilava quattro punti, in ordine di importanza, a cui guardare quando, in generale ci viene proposto un investimento a cui allocare pate dei nostri risparmi, il presente post è dedicato alla disanima proprio di questo.

Partiamo dal primo, quello più importante.

Le persone, la prima cosa a cui guardare è chi sono le persone che prenderanno le decisioni fondamentali sui nostri soldi

A meno di non avere di fronte un algoritmo di trading banale e facilmente comprensibile, come puo' essere appunto quello di un ETF, fondi che abbiamo oggi proprio grazie a Bogle, in qualsiasi altra strategia di investimento c'e' un contributo discrezionale umano che si rifà di solito al formale portfolio manager cui stiamo affidando i nostri soldi.

Anche delle black box guidate dall'intelligenza artificale hanno spesso un layer discrezionale dove di fatto delle persone decidono se seguire o no i segnali promossi dal sistema o decidere l'ammontare di risorse da allocare ad ogni singola bet. Capire con chi abbiamo a che fare, che tipo di persone è, quanto è propenso o avverso al rischio, i suoi obiettivi a breve e lungo termine è fondamentale per capire ed in qualche modo prevedere come verranno gestiti i nostri soldi non tanto nel business day to day ma in situazioni di stress finanziario dove la decisione del gestore determina l'effettivo successo della strategia di trading.

Parlare ed informarsi sulle persone a cui si affidano i propri soldi è la cosa più importante, se il gestore è il vero e proprio "proprietario" della casa di gestione sappiamo che lui rimarrà al suo posto, se è un semplice impiegato dobbiamo prepararci a vederlo andare presso altra casa di gestione non appena quest'ultima gli offrirà uno stipendio più alto di quella attuale. Capiamo che quest siano considerazioni forse troppo complicate e complesse per una clientela retail, ed è forse uno dei motivi per cui sconsigliamo sempre con decisione ai piccoli risparmiatori di investire in fondi atttivi, siano essi mutual fund o hedge fund a ritorno assoluto, proprio per questo tipo di complessità insite nella gestione di questi ultimi. 

Dopo aver conosciuto bene le persone a cui affidiamo i nostri soldi dobbiamo chiederci se siamo sulla stessa loro onda in merito alla filosofia di investimento da seguire.

Filosofia di investimento: che tipo di idea di gestione ho degli asset che mi vengono affidati

Se pensiamo ad un ETF azionario, l'idea che sta alla base di questo tipo di investimento è semplice: il prodotto mi garantisce una replice perfetta del mercato di riferimento a cui sto guardando,nella speranza che la posizione tenuta per il lungo termine mi porti ad avere dei ritorno prossimi a quelli storici dei mercati azionari di riferimento che si sono sempre confermati superiori alle altre classi di attività investibili.

Per filosofia di investimento, ci riferiamo a quel genere di analisi e credenza che sottostanno alla convinzione dei manager che ci propongono di investire con loro di poter fare bene in termini di risultati di performance, siano esse assolute (quindi un ritorno di un certo tenore percentuale fatto di anno in anno) o relative (in questo caso in termini di una sovraperformance rispetto ad un indice, anche complesso, di investimento a cui ci si rifà come generale "andamento di mercato").

Le filosofie possono essere più o meno complicate, avere più o meno base empirica che le giustifica, quello che è importante per chi investe è il convincersi di esse avendo inizialmente un approccio scettico e, così come si fa a livello scientifico, cercando di smonatrle in tutti i modi.

La convinzione di essere nel giusto seguendo la filosofia di investimento presentataci è di assoluta importanza per quando le cose dovessero mettersi male in corso d'opera: solo chi è convinto della bontà dell'idea a lungo termine rimarrà investito e non scapprà al primo rovescio in termini di perfornance.

Ma avere una buona filosofia di investimento, ad esempio comprare solo titoli azionario di società che abbiano ottimi risultati di bilancio e che "costino poco" sul mercato non è garanzia di successo, c'e' un altro aspetto da analizzare con cura quando si investono i propri soldi: come viene costrito il portafoglio.  

Portfolio construction: tema molto vicino al risk management, che ci tutela quando il mercato dà "torto" alla nostra filosofia di investimento nel breve termine

Riprendendo l'esempio di cui sopra, comprare ottime società a prezzi di grande svendita sembra un ottimo metodo per "stampare" denaro, ma anche questa strategia appartentemente geniale può subire, e negli utlimi anni è successo sovente purtroppo, lunghi periodi in cui il mercato ci dice l'esatto contrario: le società apparentemente con i bilanci migliori e più solide continuano a perdere valore di borsa e non guadagnarlo, facendoci quindi perdre soldi.

Chi ci tutela in questo caso è proprio il modo in cui i gestori costruiscono il portafoglio, fatta 100 l'esposiziione complessiva, il buon gestore sa che per stare in gioco nel lungo periodo bisogna temprare le proprie convinzioni rialziste con una buona diversificazione e gestione attiva del porafoglio che faccia sì che l'errore, o la sovrareazione del mercao, magari irrazionale ad un evento avverso, non ci distrugga e ci obblighi quindi a lasciare il tavolo da gioco nel momento peggiore.

Nella nostra esperienza abbiamo visto moltissimi fondi saltare perchè le due o tre posizioni maggiori erano di fatto molto correlate tra loro e rappresentavano una percentuale del portafoglio troppo grande per essere dgerita in termini di volatilità da parte degli investitori nel prodotto. Ma una efficace e coscienziosa costruzione di portafoglio non è faccenda limitata a portafogli di asset liquidi come quelli azionari, ma vale anche per fondi di private equity che acquistano portafogli di aziende non quotate così come per i fondi immobiliiari in cui le posizioni sono rappresentate da cieli terra di diversa destinazione d'uso situati in diverse zone geografiche. Tutti quelli che gestiscono un fondo specifico e definito di danaro hanno volentieri o malvolentieri a che fare con la costruzione di un portafoglio che abbia senso non solo come singoli cosituenti ma anche come asset nel suo complesso. 

E solo come ultimo elemento quello a cui tutti guardano all'inizio, spesso fermandosi lì: la performance

Al di la' del pdigree dei manager, di quello di cui vi convincono o di cui eravate già convinti in termini di filosofia di investimento e delle rqaassicurazioni che vi vengono fornite dai risk manager sui metodi che verranno utlizzati per otimizzare il risk budgeting del portafoglio viene poi la prova più importante, il guradre alle performance generate dal fondo nel passato.

Qui viene naturale la classica domanda: quanti anni deve avere di performance un fondo per poterci far stare tranquilli sulla bontà della propria gestione?

La risponsta è... dipende.

Dipende da una cosa in particolare, la durata delll'incertezza della specifica strategia seguita dal portfolio manger: se un gestore si occupa di scalping intraday in un mercao molto liquido in cui alla fine della gionate tutte le posizioni, magari centinaia, vengono chiuse, bastano pochi mesi per capire se il fondo è in grado di portare i risultati che promette su carta. Se invece sto per allocare del danaro ad un ofndo di private equity che per 10 anni non mi farà riavere i miei soldi, beh in questo caso è forse meglio fidarsi solo di case di gestione che abbiano già avuto uno o due fondi al proprio attivo e che abbiano sperimentato in 7-10 anni diversi contesti di mercato e abbiano mostrato anche di sapere "uscire" bene dalle posizioni e non solo di saperle magari comprare bene a prezzi favorevoli.

La performance passata di una strategia di investimento è la "realtà", il rivolto empirico e concreto, che va a confermare o confutare quello che vi è stato detto nelle tre fasi inziiali, necesaarie per comprendere la quarta ma non superiori in termini di importanza.

Se chi si vende come un metodo migliore per avere l'esposizione ad un particolare mercato, pensiamo a quello dell'azionario cinese, non è stato in 4 degli ultimi 5 anni di battere il mecrato stesso a parità di rischio ... beh ci sono poche scuse, meglio andare con un buon ETF, stessa cosa vale per l'hedge fund che negli ultimi 5 anni ha perforato un magro 3% l'anno ... ci saranno pure tutte le scuse del mondo ma se mi aspetto un ritorno assoluto del tenore del 10% l'anno e tu me lo dai in 4 anni, non vedo benissimo la cosa giing forward.

Ricordate sempre che i soldi sono difficili da guadagnare e quindi quando avete di fronte un'opportunità di investimento avete tutto il diritto di essere quanto più scrupolosi e più attenti possibili prima di allocare i vostri sudati risparmi.

Comesempre, vi inviatiamo a condividere con noi le vostre considerazioni, scrivendoci a: info@immobiliedinvestimenti.com

    

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