Poveri sì, ma ricchi, a' la Pozzetto

Poveri sì, ma ricchi, a' la Pozzetto

Il tema del forte sbilanciamento tra ricchezza intesa come patrimonio accumulato, sopratutto a livello di nucleo famigliare, e ricchezza data dal proprio potere reddituale è concetto che molti faticano a capire e che è invece alla base della situazione economica attuale.

I redditi, sopratutto nel nostro paese, sono fermi ormai da decenni. Per molti di noi gli stipendi non sono di fatto cambiati dall'inizio degli anni '2000 e sono ormai passati 20 anni. Oltre a questo le posizioni dirigenziali sono scemate sia per la deindustrializzazione che ha interessato il nostro paese e sia per le strutture gerarchiche oggi molto più snelle di un tempo che vedono sempre meno fantozzini direttori galattici guadagnare milioni.

Tantissime professioni che fino a una o due generazioni fa garantivano una vita quantomeno agiata, oggi guardando alle statistiche reddituali sono composte per lo più da persone che a mala pena riescono ad arrivare alla fine del mese, pensiamo ad avvocati, commercialisti, architetti... e perchè no anche gli agenti immobiliari che in media fatturano 15 mila euro l'anno e quindi a livello di guadagno netto si classificano sotto i lavoratori dipendenti.

Qualcuno obietterà che conosce un commercialista che gira in Porsche o un avvocato che ha comprato una villa sul Lago a Como, certo, vi sono ancora delle star in queste professioni, pensiamo ai partner dei 5-6 studi legali che a Milano fatturano come medie aziende avendo pochi o nulli costi dall'altra parte del bilancio, ma trattasi di eccezioni.

E' indubbio che la popolazione adulta italiana, sopratutto in un capoluogo "caro" come Milano sia in massima parte composta da persone che non guadagnano tanto, questo a differenza dei loro padri negli anni '80 (vi ricordate gli yuppies ?!) e dei loro nonni nel dopoguerra che hanno fruito appieno del boom della ricostruzione.

Stipendi bassi per chi lavora ma valore degli asset alle stelle

Questa situazione non deve allarmare perchè tutti continuano a "spendere  e spandere" come se non ci fosse un domani, pur in assenza di prospettive di miglioramento della situazione reddituale (pensiamo alla spada di damocle costituita dall'intelligenza artificiale, che renderà anche molti lavori "intellettuali" presto inutili perchè meglio portati a termine da macchine ed algoritmi) perchè sanno che se non c'e' ricchezza nel proprio portafoglio il 27 di ogni mese quando ricevono lo stipendio di ricchezza ce ne è, e tanta, a livello famigliare.

Gli asset, in primis immobiliari, che da sempre costituiscono il fulcro della ricchezza delle famgilie italiane, meno avvezze rispetto a quelle del nord Europa o statunitensi all'investimento sui mercati finanziari, hanno valorizzazioni ai massimi storici e sono più e più supportati ed agevolati da disposizioni legislative volte a renderli sempre più interessanti e convenienti anche dal punto di vista fiscale.

Un intervento come il 110%, dove di fatto lo Stato ti paga, a spese di tutti, il rifacimento di casa tua, favorisce chi ha la casa in centro da 200mq da ristrutturare e rendere più efficiente energeticamente e quindi di maggiore valore in una potenzile rivendita futura. Sempre ai soli proprietari immobiliari, in questo caso limitatata alla proprietà come pesona fisica, va in aiuto un provvedimento fiscale come la cedolare secca, che ha sicuramente indubbi meriti nel far emergere molto "nero" nel settore ma che va a creare un netto divario tra il carico fiscale di chi i soldi li fa lavorando, tassato al 50% se non di più e chi invece campa di rendita ereditata da nonni e zii, su cui paga poco più del 20% con tutte le detrazioni fiscali aggiuntive accennate pocanzi.

La ricchezza dei genitori in Italia non è ricchezza "di altri" ma "eredità attesa" che prima o poi riceveremo

Al di la' delle sparate dell'attore o personaggio pubblico di truno che dichiara di non volere lasciare nulla ai propri figli dopo aver dato loro la possibilità di formarsi nelle migliori università straniere quando questi crescevano, la ricchezza dei padri in Italia è destinata, PER LEGGE, a divenire prima o poi ricchezza dei figli.

Mentre negli Stati Uniti una persona che ha avuto grande successo professionale ed ha accumulato grandi risorse è libero di farci ciò che crede, in Italia i 2/3 di queste ricchezze sono per legge destinati alla "quota di legittima" dei figli di quest'ultimo. 

I soldi dei padri sono di fatto configurabili come un "eredità attesa" dei figli.

Sarebbe sciocco gestire le proprie economie senza avere presente l'eredità attesa a cui abbiamo diritto.

Se un quarantenne, magari con due figli, ha meno di 10 mila euro sul conto e non ha risparmi su cui fare affidamento in caso di difficoltà, ad esempio dovuta alla perdita del lavoro, lo giudicheremmo poco previdente, ma tale giudizio muta subito se lo stesso quarantenne è figlio di una signora, oggi vedova, che è proprietaria dell'appartamento di 200mq in centro in cui vive e di due bilocali in zona universitaria affittati a studenti. Il risparmio precauzionale per questa persona lo ha già fatto la generazione precedente, non ha senso che lui lo incrementi o che vada a comprare un terzo immobile a reddito quando ne ha/avrà già due tra pochi anni.

La speranza di vita che si allunga, vede l'eredità attesa arrivare sempre più avanti negli anni

Il problema non è tanto quello di poter spendere tutto quello che si guadagna, consci del fatto che prima o poi arriveranno importanti risorse finanziarie da poter gestire come meglio si crede, comprso case al mare ed in montagna, il vero problema è che, assumendo una differenza di età di 30 anni tra padri e figli, se i nostri genitori vengono a mancare a 90 anni, noi erediteremo a 60 anni e a quel punto saremo anziani anche noi.

La sproporzione tra la povertà derivante da un magro reddito da lavoro e la ricchezza data dall'eredità attesa a cui una persona ha diritto, pesa sopratutto negli anni dell'età adulta, dove c'e' la possibilità di mettere queste risorse al lavoro per:

- divertirsi di più, andando a fare vacanze in posti esotici o per un tempo più lungo, o semplicemente avendo un tenore di vità più alto non possibile con il proprio reddito personale

- tentare la strada imprenditoriale, mettendo al lavoro dei capitali nell'acquisto di macchinari i nella locazione di negozi e investendoli nello sviluppo di app o siti web

Sapere di essere "ricchi" e non poter vivere da ricchi è sicuramente una situazione scomoda da cui vediamo solo un'uscita. 

Dovete risucire a convincere i genitori a vendere asset che non rendono dandovi la possibilità oggi, e non in un incerta data futura, di poterli gestire come meglio credete.

I soldi sono per legge già vostri, in un certo senso, i genitori devono comprendere che per poter trarre la massima utilità da essi è opportuno alienare oggi tutti gli asset di valore ma che non producono reddito, e sono spesso solo dei costi, e che voi andreste comunque a vendere appena mancati loro.

Parliamo di seconde e terze case, di terreni tenuti negli anni senza alcun motivo economico preciso, anche opere d'arte di un gusto che non si confà più ai gusti moderni, opere d'arte classiche che già oggi valgono molto ma molto meno del recente passato, esperienza che facciamo spesso quando vediamo dei clienti avere a che fare con gli antiquari chiamati a stimare il "patrimonio" artistico lasciato dalla vecchia zia da cui hanno ereditato un immobile.

Non aspettate di diventare vecchi per poter godere delle risorse di cui la vostra famiglia dispone, aprite oggi questo discorso e fate in modo di poter avere la possibilità di poter dare un cambio deciso alla direzione che ha preso la vostra vita.

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